NOME: Angelo
COGNOME: Di Figlia
ANNO DI DIPLOMA: 2001
PRINCIPALI PRODUZIONI:
Mary Poppins (Vienna), La Belle et la Bete (Parigi), Mamma Mia! (Tour francese), Mamma Mia! (Milano e Roma), Sindrome da Musical (tour italiano), 80 voglia di…80 (tour italiano), Robin Hood (tour italiano), Peter Pan (tour italiano), Pinocchio (tour italiano e Coreano), TOC TOC a time for musical (Milano), Sketch the musical (Milano), Sette spose per sette fratelli (tour italiano), Beatrice e Isidoro (tour italiano)
IL TUO SPETTACOLO PREFERITO:
Difficile da dire… tutti gli spettacoli che ho avuto la fortuna di fare mi hanno insegnato qualcosa e ho bei ricordi legati ad ognuno di esso. Ci sono 3 spettacoli a cui sono particolarmente legato: Pinocchio è quello che ha lasciato il segno più profondo nel cuore, Mamma Mia! è lo spettacolo che ha cambiato la mia vita e Sette spose per sette fratelli è il primo sogno diventato realtà. Ed ora sono in pieno allestimento (debutta l’1 ottobre) dello spettacolo che ho sognato per una vita intera… Mary Poppins.
SOGNO NEL CASSETTO:
Tanti, il mio non è un cassetto, è un armadio a 10 ante! Ci sono diversi titoli che vorrei tanto fare, ma mi piacerebbe anche prendere parte ad uno spettacolo di sola prosa, sarebbe una sfida estremamente interessante per me.
IL MOMENTO PIU’ BELLO IN ACCADEMIA “MTS”:
Questa domanda è davvero difficile, sono stati due tra gli anni più belli della mia vita; li ricordo con tanto affetto. Ho un ricordo particolare dell’entusiasmo provato alla scoperta delle nuove discipline come il canto, la recitazione, il Tip Tap e l’acrobatica. Ricordo quanto fosse bello svegliarsi la mattina e sapere che da lì a poco avrei cominciato le lezioni di quello che amavo veramente fare. Inoltre durante quel biennio ho stretto delle amicizie che sono ancora fortissime e molto presenti nella mia vita. Tra i momenti più belli ci sono le varie esibizioni di gruppo che facevamo in giro per Milano, ma anche per l’Italia e sicuramente la messa in scena di “LA MISTERIOSA SCOMPARSA DI W” per l’esame finale del primo anno accademico.
IL MOMENTO PIU’ DIFFICILE IN ACCADEMIA “MTS”:
Molti, come in tutte le accademie dove impari un mestiere, ma sono stati tutti utili a farmi diventare la persona e l’artista che sono, quindi ringrazio di averli vissuti. Se devo proprio dirne uno, ricordo come periodo particolarmente stressante la preparazione dell’esame di diploma.
IL BELLO DI LAVORARE IN ITALIA:
Indubbiamente il fatto di raccontare una storia recitando e cantando nella mia lingua madre. Del lavorare in Italia amo le tournée nei bellissimi teatri che abbiamo nel nostro paese e il cuore e la passione che mettiamo noi italiani nel fare le cose, qualità riconosciuta anche all’estero.
IL BRUTTO DI LAVORARE IN ITALIA:
Purtroppo devo dire che, in questo periodo storico, alcune offerte di lavoro sono, dal punto di vista economico, davvero ridicole e trovo la cosa offensiva per chi, come me, fa questo lavoro non solo per passione, ma per professione. Inoltre penso sia davvero scandaloso quello che succede in alcune produzioni, dove si cancellano date dall’oggi al domani o dove la disorganizzazione regna sovrana. Oltre al disagio evidente che si provoca al pubblico e agli artisti, credo fortemente che tutto ciò abbia una grande influenza negativa sullo spettacolo stesso che perde inevitabilmente di qualità. Altro aspetto, a mio parere molto negativo, è lo scendere a “compromessi”, troppo spesso ai danni della qualità, che alcune produzioni sono costrette a subire per vendere lo spettacolo e permetterne la distribuzione.
IL BELLO DI LAVORARE ALL’ESTERO:
La prima cosa che mi viene in mente senza nessuna esitazione è la MERITOCRAZIA, parola, per fortuna non sempre, ma spesso sconosciuta in Italia. Sicuramente anche il confrontarsi con altre culture e la possibilità di far parte di spettacoli e produzioni enormi che mi hanno dato la possibilità di scoprire aspetti del mio lavoro che prima mi erano completamente sconosciuti. Ho avuto diverse esperienze come Swing nei lavori che ho fatto all’estero dove questa figura è presente in OGNI spettacolo. Credo che sia una figura essenziale e sarebbe bello se anche in Italia si cominciasse ad inserire questa figura in più produzioni. Un’altra cosa che amo è l’orchestra dal vivo, è inspiegabile quello che si prova ad avere qualcuno che suona veramente e che fa lo spettacolo insieme a te; credo davvero che la musica dal vivo aggiunga un valore enorme alla riuscita di uno spettacolo.
IL BRUTTO DI LAVORARE ALL’ESTERO:
Faccio fatica a trovare qualcosa da dire, è talmente un’esperienza entusiasmante quella di lavorare in altri paesi; quindi non posso che andare sul personale dicendo la lontananza da casa e dagli affetti e quindi la difficoltà nel condividere i successi e le gioie.
UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE A:
Ci sono davvero troppi grazie da dire, ho avuto la fortuna di incontrare, nel mio percorso, tantissime persone piene di talento che hanno creduto in me, che mi hanno insegnato tanto e con cui ho condiviso esperienze indimenticabili. In particolare i miei genitori che mi hanno permesso di realizzare il mio sogno appoggiandomi e sostenendomi sempre. Paola Olivieri che non finirò mai di ringraziare per tutto quello che mi ha insegnato e Manuel Frattini per la persona, l’amico e l’artista che è. Se devo associare al titolo “maestro” un nome, non può che essere il suo.
UN ANEDDOTO:
Il primo che mi viene in mente riguarda me e i miei compagni di corso durante una lezione di Tip Tap con Gillian Bruce (altro incontro fondamentale del mio percorso artistico). Eravamo tutti di fronte allo specchio e lei ci ha chiesto di riprodurre una sequenza ritmica dicendocela a voce e TUTTI noi abbiamo riprodotto la sequenza a voce e non con i piedi lasciando Gillian basita. E’ stato un momento esilarante!
COSA CONSIGLIERESTI AI GIOVANI CHE VOGLIONO INTRAPRENDERE QUESTO MESTIERE:
Sembrerò banale, ma la parola d’ordine è STUDIARE! Per fare questo mestiere ed essere competitivi bisogna essere preparati e non improvvisarsi. Più discipline si conoscono e meglio è. Consiglio a tutti di essere curiosi di andare a teatro a vedere più cose possibili, prosa, opere, musical, balletti, teatro d’avanguardia… TUTTO quello che si ha la possibilità di vedere. Fare stage in giro per uscire dall’ambiente che si conosce e mettersi alla prova. E ultima cosa, ma non per importanza, imparare bene una lingua diversa dalla nostra, fidatevi che prima o poi torna utile… sempre.